Tra ville e case-forti
Dal fondo valle vari percorsi per Schignano convergono su un pianoro dove sorge la villa del Mulinaccio, edificata a fine '400 dai Sassetti, passata poi dagli Strozzi ai Vai (1661-1941), che ne fecero il centro di una vasta tenuta. Il sereno prospetto orientale, su un giardino terrazzato, ha sobrie forme cinquecentesche; più imponente è il fianco meridionale (1722 circa), con fitte aperture, coronato da una torretta centrale con raccordi a voluta. Contemporaneo è il giardino murato che lo fronteggia, con elegante ninfeo. Sul lato occidentale prospetta l'oratorio di S. Antonio abate, con luminoso interno barocchetto, decorato a finti marmi e stucchi; sull'altare vi è una tela con la Madonna, il Bambino e Santi (A. Marini, 1845). La fattoria conserva una cucina con camino quattrocentesco, mentre la parte padronale, aggiornata nel '700, ha sale con soffitti lignei del XVI secolo e ampie cantine a volta. A monte del Mulinaccio troviamo Schignano (460 m), in origine abitata soprattutto da boscaioli, che è diventata dalla fine dell'800 località di villeggiatura estiva, grazie al clima e alla ricchezza di vegetazione e di acqua; questo ha comportato negli anni '50 una forte crescita edilizia. In vicinanza del nucleo più antico sorge la chiesa di S. Martino, esistente già nel XII secolo, ristrutturata nel 1760-70 nella attuale, aggraziata veste barocchetta che arricchisce gli interni di finti marmi e raffinati stucchi, anche su altari e confessionali. Sul fondo del coro vi è una tela con San Martino e il povero, della prima metà del '700. Molte nuove costruzioni fiancheggiano la strada per Figline, fino al passo della Collina, al confine con Prato, importante crocevia fin da epoca remota. Riscendendo la SS 325 tra recenti insediamenti industriali, oltre il Bisenzio si raggiunge Gabolana, dove erano attivi dal '200 mulini e gualchiere della Badia e - dal 1793 al 1873 - una fonderia di rame, poi ferriera (sopra l'abitato vi è Spicciano, con l'ottocentesca villa Orlandini). Proseguendo si raggiunge San Gaudenzio (272 m), parte del distretto medievale di Prato, il cui nucleo principale - una fattoria duecentesca fortificata - fu trasformato nella villa Buonamici, completamente ristrutturata nel 1580-90. Anche la chiesa parrocchiale fu adattata a cappella. Su uno spiazzo erboso si allungano i due corpi della villa, bilanciati dall'emergere di due torri medievali (una con originale pianta triangolare) e arrichiti da portici. La villa, che ospitò Galileo Galilei, conserva ambienti decorati nel '700 (sala da musica e sala delle prospettive). Proseguendo si raggiunge Sofignano, abitato sparso nato su un insediamento rurale romano, che ebbe il massimo sviluppo nel medioevo, come testimoniano vari edifici (tra i più interessanti la Casa Nera, dimora fortificata duecentesca con torrione in alberese). Le notevoli trasformazioni hanno conferito alla pieve dei Santi Vito e Modesto (documentata dal 1024) un aspetto dimesso. La facciata è preceduta da un portico su colonne tuscaniche, ristrutturato nell'800, che unifica chiesa, compagnia della S. Croce e sacrestia; dalla zona posteriore emerge il robusto campanile a torre. Nell'interno, a navata unica, restano l'altar maggiore del 1798 (G. Valentini) e i laterali, settecenteschi. Sopra la Pieve vi è il Poggio (451 m), edificio medievale trasformato nel XVI secolo dai buonamici, mentre scendendo verso Vaiano si raggiunge a destra Bibbiano, un tempo munita zona di confine col feudo albertesco, e di qui il complesso di Calcinaia e villa del Bello (283 m), di struttura medievale ma con piacevoli forme ottocentesche.
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